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Un videogioco lo fa impazzire

"Sono Ken, eroe virtuale"

Torino, un ragazzo di 16 anni in ospedale: pensa di vivere dentro "Street Fighter"

da: La Repubblica del 16/11/1999
autore: Alberto Custodero

TORINO - Si immedesima nel personaggio del videogioco, perde la ragione e finisce in un repartino psichiatrico. Protagonista di questa forma estrema di sindrome da videogioco è un ragazzo torinese di 16 anni, Alessandro (nome di fantasia).

Da un mese gli psichiatri del repartino stanno tentando di riportarlo alla realtà, di spiegargli che lui non è Ken, uno dei personaggi eroi di Street Fighter, guerriero di strada. Eppure Alessandro, dopo cinque notti trascorse a giocare con il videogame ispirato all'omonimo film di Steven De Souza, ha perso la propria identità e si è convinto di essere un guerriero di strada.

Abbandonata la tastiera del videogioco, un mese fa è uscito di casa credendosi Ken. Come in Street Fighter, è sceso in strada alla ricerca dei nemici da combattere e delle sue amate da salvare. Lo hanno trovato, in stato confusionale, i carabinieri alla periferia di Torino. Una volta ricoverato nel repartino psichiatrico, ai medici che lo hanno visitato si è presentato come il protagonista del videogioco. "Mi chiamo Ken, sto facendo una battaglia, devo salvare dalla morte molte donne...".

Il suo caso è diventato subito eccezionale. Primo, per mancanza di precedenti a Torino. Fino a quel momento le sindromi da videogame avevano interessato i pediatri perché le vittime, in genere molto più giovani di Alessandro, finivano in ospedale in preda a convulsioni epilettiche. Secondo, perché i medici e gli psichiatri che lo hanno accolto al pronto soccorso, non essendo informati sulle ultime battaglie virtuali degli eroi di Street Fighter (oltre a Ken, Ryu, Chun Li, Charlie, Guy, Sodom...), hanno avuto qualche difficoltà ad inquadrare la forma psicotica. E quindi hanno dovuto documentarsi sia sui videogiochi, sia sulle sindromi psichiatriche riportate in letteratura.

Per giorni e giorni nel repartino psichiatrico Alessandro ha proseguito nel suo delirio, il suo essere era completamente alienato nel videogioco. Parlava solo, esclusivamente e in continuazione di battaglie, lotte, avventure fantasiose. Qualche giorno fa, dopo una lunga terapia anche farmacologica, il giovane è tornato in sé, è uscito dal viedeogame ed ora sta lentamente rientrando nella realtà. Quasi come Alice nel paese delle meraviglie, è uscito dall'incubo- videogame e si è svegliato. Ha riaperto gli occhi sulla vita e ora sta riflettendo su quanto gli è successo.

Aiutato e assistito dai suoi genitori, il giovane si sta ricordando di essere Alessandro, e non Ken. Di essere un ragazzo, e non un guerriero. Lentamente i ricordi del suo vero io stanno riaffiorando nella sua mente. Una volta era un giovane normale, amava poco la scuola che aveva abbandonato, ma non aveva perso l'amore per la cultura e lo studio: viveva infatti immerso nei libri. Poi, dopo aver visto Street Fighter, Sfida Finale, la sua vita, lentamente, è cambiata. Ha iniziato a frequentare le sale giochi, a frequentare compagnie di amici con il culto del videogame, a trascorrere ore e ore a parlare di battaglie e giornate intere davanti al video, gli occhi fissi sugli eroi virtuali, le mani sulla tastiera.

Lentamente la sua dimensione del reale è scivolata verso la realtà virtuale. Fino a quando Alessandro è diventato Ken, e Ken si è materializzato in Alessandro.

L'intero articolo e' stato riprodotto per motivi di studio senza il consenso dell'autore.


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