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GdR2 - Gruppo di Ricerca sul
Gioco di Ruolo
Archivio di giochi
di ruolo educativi
Il ponte di Mostar
di Enrico Euli
Scopo del gioco:
sperimentare le sensazioni che si possono provare incontrando un mondo
culturale diverso e completamente nuovo, anche quando le abitudini
appaiono ai nostri occhi ingiuste, arretrate e crudeli.
Commento:
le abitudini rappresentate nel gioco non sono riferite agli abitanti di
Mostar o di altre località: si tratta di un campionario scelto per dare
corpo all'attività.
1) Regole per il gruppo dei tecnici
SITUAZIONE:
il vostro gruppo riveste il ruolo di squadra di tecnici che deve fornire
una consulenza agli abitanti di un villaggio (Mostar) su come ricostruire
un ponte. La commissione del governo locale per la ricostruzione vorrebbe
vedere realizzato questo progetto nel corso del vostro contratto: con
ciò completerebbero il loro piano quinquennale. Gli abitanti del
villaggio sono a conoscenza del piano quinquennale e sono pronti a
collaborare. Essi vogliono imparare - con il vostro aiuto - una tecnica
con la quale potranno in seguito ricostruire da soli i ponti distrutti
dalla guerra.
FASI DEL GIOCO:
si hanno 30 minuti per leggere le istruzioni, prepararsi opportunamente
all'incarico da svolgere nel villaggio e scegliere un inviato che
visiterà il villaggio 15 minuti prima dell'inizio dell'intervento per
raccogliere informazioni socio-culturali sul villaggio. Al suo ritorno si
potrà disporre di altri dieci minuti per valutare le sue impressioni.
Dopo questa preparazione si inizierà il lavoro nel villaggio, che
durerà 30 minuti.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO DA REALIZZARE:
Utilizzando i materiali a disposizione (carta, colla, forbici, righello,
matite) tutti gli abitanti devono collaborare alla costruzione di un
ponte stabile e più lungo possibile. Alla fine del gioco questo ponte
congiungera' due tavoli e sarà sottoposto al test di stabilità: dovrà
sostenere il peso del righello più lungo.
Tecnica di realizzazione: il ponte sarà costituito da strisce di carta di
4 cm. di larghezza, prima disegnate con la matita e il righello, poi
tagliate e incollate assieme.
PERIODO DI PERMANENZA NEL VILLAGGIO
Trenta minuti, equivalenti a due anni della realtà.
2) Regole per gli abitanti di Mostar
Siete gli abitanti di Mostar. Un gruppo di tecnici verrà a fornirvi la
consulenza necessaria alla ricostruzione del ponte distrutto dai
bombardamenti durante la guerra, come stabilito dal piano quinquennale
del vostro governo. Voi condividete il progetto e desiderate partecipare
al lavoro nei limiti delle vostre possibilità. Volete imparare per essere
in grado di ricostruire gli altri ponti.
Gli attrezzi ed i materiali che vi proporranno saranno quelli che usate
abitualmente.
LE VOSTRE USANZE CULTURALI E SOCIALI
E' tipico della vostra cultura un atteggiamento accogliente ma non
espansivo. Parlate in modo educatamente e gentilmente con gli stranieri,
ma siete molto bruschi fra voi. Parla prima l'uomo, poi la donna, poi i
bambini. Prima di parlare, la donna da' un'occhiata all'uomo per chiedere
l'autorizzazione a prendere la parola. I bambini guardano la madre per
sapere se possono parlare: se sbagliano ricevono ceffoni.
RITI DI INTERAZIONE
I saluti e gli abbracci sono limitati fra le donne; gli uomini si
scambiano semplici strette di mano. Attribuite molta importanza allo
scambio verbale preliminare e a qualsiasi relazione personale. Ogni
famiglia quando può invita a prendere il caffé, e se i visitatori
arrivano al momento dei pasti offre tutto quello che ha da mangiare.
LA POSIZIONE GERARCHICA
Ha molta importanza il gruppo familiare: il maschio comanda, le donne
sono trattate da schiave. Il maschio al quale viene tributato maggiore
rispetto è l'anziano, ma più sei "macho" più hai autorità,
sei il piùi forte, sei quello che comanda.
Gli umonini fumano, chiaccherano e giocano a scacchi mentre le donne
badano ai figli e alla casa.
LA DIVISIONE DEL LAVORO
Per tradizione solo le donne possono utilizare la colla ed i nastri
colorati. Gli uomini usano il righello, le matite e le forbici. Tutti
possono utilizzare la carta. Le donne lavorano con le donne e gli uomini
con gli uomini. I ragazzini sono lasciati a sé stessi: cercano il lavoro
da soli. Qualcuno si prende degli schiaffi dagli adulti, altri devono
sostituire adulti in pausa.
ABITUDINI RELATIVE AL LAVORO
Gli uomini lavorano fuori casa ed eseguono i lavori pesanti. Le donne
guardano i figli e conducono la casa: non si vedono mai in giro.
E' vostra abitudine lavorare non più di 5 minuti per volta, poi smettete
per la sigaretta o per il caffe'.
Ogni individuo è libero di scegliersi i momenti di riposo durante il
lavoro: può capitare che certi lavori si interrompano perché tutti
coloro che vi erano impegnati hanno deciso di fermarsi.
IL SENSO ESTETICO
Man mano che vengono terminate delle sezioni del ponte le donne applicano
delle decorazioni: nastrini colorati di carta crespa. Le sezioni
successive iniziano quando le decorazioni sono complete.
ATTEGGIAMENTI PARTICOLARI NEI CONFRONTI DEGLI STRANIERI
Non dovete spiegare i vostri comportamenti e le vostre abitudini agli
stranieri: per voi sono normali e naturali.
COMPORTAMENTO DA TENERE QUALORA VENISSE INFRANTO UN TABU'
Chi infrange il tabù viene rimproverato verbalmente in modo freddo,
secco, non rabbioso. Il rimprovero non viene motivato. L'unico commento
e': "da noi non si fa cos`".
Chiunque e' autorizzato a riprendere chi sbaglia.
3) Inizio del gioco
DIVISIONE DEI GRUPPI
Sembriamo molto più giovani di loro e loro sembrano molto più vecchi di
noi. Nella divisione dei gruppi i più giovani vanno affiancati al gruppo
dei tecnici. Il gruppo del villaggio deve essere organizzato in famiglie.
I bambini si riconosceranno perché avranno sempre un giocattolo in mano.
N.B. I tecnici devono avere particolare cura nel rispettare i tempi.
4) Verifica
PRIMA VERIFICA
Tutti i partecipanti compilano le schede con le impressioni personali.
SECONDA VERIFICA
Per ogni gruppo si radunano le impressioni simili (cinque parole max per
ogni gruppo) e si procede alla discussione delle sensazioni provate.
Pubblicato in origine su
E. Euli - A. Soriga - P.G. Sechi - S. Puddu,
Percorsi di formazione alla nonviolenza (Satyagraha, 1995)
e poi incluso in Giochi, simulazioni e questionari per educare alla pace -
guida pratica per gli educatori,
prima edizione 24 ottobre 1995, a cura di Andrea Mameli e Angela Pani
(Settore Educazione alla pace AGESCI Sardegna). Riprodotto senza fini di lucro col consenso del curatore.
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