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Dal "teatro della spontaneità" al "teatro della mente"

Autore: Luca C. Giuliano in "I padroni della menzogna", Meltemi Ed., Roma, 1997

Il termine role-playing è stato coniato da Jacob Levi Moreno, uno dei fondatori della psicologia moderna, all'inizio degli anni '50. Moreno, partendo dal "teatro della spontaneità", da lui sperimentato a Vienna nel 1921, ebbe modo di verificare l'utilità del gioco e dell'azione drammatica nella liberazione dei sentimenti repressi. Emigrato negli Stati Uniti, indirizzo' le sue sperimentazioni verso un uso terapeutico del teatro, mettendo a punto, negli anni '30, una tecnica di esplorazione e di analisi che chiamò "psicodramma" (Moreno 1946).

Nello psicodramma classico, un direttore - che è un terapeuta - con l'aiuto di alcuni assistenti, invita un paziente a rappresentare scenicamente una situazione per lui conflittuale, mettendosi a confronto con un antagonista. In un momento successivo il paziente stesso viene invitato, in una inversione dei ruoli, ad interpretare il suo antagonista per vivere dall'interno i sentimenti dell'altro. Infine la situazione, che spesso giunge a momenti altamente drammatici, viene discussa collettivamente con il gruppo dei terapeuti e degli spettatori. L'effetto liberatorio è alquanto complesso da controllare psicologicamente. Lo psicodramma è una tecnica terapeutica molto sofisticata che ha dato luogo a una vera e propria "scuola" largamente diffusa in tutto il mondo (Schutzenberger 1975).

Moreno stesso, però, avvertì subito anche il valore pedagogico dello psicodramma. A questo scopo le applicazioni del "teatro della spontaneità" a fini formativi, per non ingenerare confusioni con lo psicodramma terapeutico, furono da lui chiamate "tecniche di role-playing”. A partire dal 1953 in Belgio e in Olanda, queste tecniche si diffusero rapidamente in tutto il mondo. Oggi sono utilizzate soprattutto nei corsi di formazione per "negoziatori" (dirigenti sindacali e responsabili delle relazioni industriali). Il loro campo di applicazione è vastissimo, e copre tutte quelle situazioni in cui è necessario l'apprendimento attivo di competenze professionali fondate sul contatto interpersonale, dalla conduzione di interviste, ai colloqui di vendita, alla formazione di ruoli manageriali, ecc.

Il gioco di ruolo per molti aspetti ricorda lo psicodramma e il “gioco di ruolo” formativo, specialmente quando la sua durata è breve e le regole sono poco strutturate. La differenza sostanziale è nello scopo, e pertanto anche nelle modalità di svolgimento e nei temi che vengono trattati. Lo psicodramma è una forma di terapia rivolta a un soggetto che ha problemi psicologici o vere e proprie nevrosi da superare. Il role playing di formazione è rivolto a persone che devono fare un training professionale o simulare un’esperienza per ragioni di studio e ricerca (Giuliano 1995a). Il gioco di ruolo invece è una forma di intrattenimento. Il suo scopo è di divertire. Ogni altra conseguenza è soltanto secondaria.

Trattandosi di un’attività collettiva che stimola la socievolezza e la comunicazione interpersonale può esercitare un influsso benefico e stimolante anche su persone che soffrono di isolamento, ma non è questo il suo scopo principale.

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