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Sezione speciale sul caso di Spinea

Da "L'unità" del 28 maggio 1996

Venezia, era un patito della nuova mania

"Giochi di Ruolo": Suicida a 19 anni

Un suo amico si era ucciso

Uno studente diciannovenne prende quattro in chimica e si impicca. Un suo amico, pochi giorni prima, si era búttato sotto un treno. Un avvocato rivela: "Entrambi appartenevano ad un gruppo dedito ai giochi di ruolo, quelli in cui bisogna immedesimarsi in situazioni limite, diventare killer o suicidi. Potrebbero aver perso il controllo", e chiede il sequestro di alcuni periodici specializzati. Il papà dello studente, però, non è d'accordo.

DAL NOSTRO INVIATO
MICHELE SARTORI
VENEZIA. Roberto, 19 anni e ripetente della 4 C allo scientifico Morin di Mestre, sabato aveva preso quattro in chimica. All'uscita di scuola ha salutato Andrea, il compagno di banco, "in modo del tutto tranquillo". E' tornato a casa a Spinea, ha raccontato ai suoi del brutto voto ed è uscito di nuovo. L'ultimo a vederlo è stato un negoziante: gli ha venduto un rotolo di corda. Dopo una notte di angoscia, l'ha trovato il papà, in un boschetto dove andava a giocare da bambino. Si era impiccato ad un albero.

I brutti voti

Un "normale" suicidio, come tanti che avvengono per gli insuccessi scolastici (ieri ce n'è stato un altro ad Aiello del Friuli, si è impiccato un quattordicenne dopo una discussione in famiglia sulle difficoltà che incontrava frequentando il primo anno dell'ITC Galilei di Gorizia). Pareva. Ma un avvocato lancia sospetti pesanti: forse la psiche del ragazzo si era indebolita a forza di partecipare ai cosiddetti "Giochi di ruolo" e aggiunge "Anche un amico ventenne di Roberto, appartenente allo stesso gruppo di gioco, si è suicidato di recente, buttandosi sotto il treno a Vetrego di Mirano". Il legale si chiama Luciano Faraon, ha lo studio proprio a Spinea, è dirigente del Gris e dell'Aris, due gruppi di ricerca sulle sette, uno dell'Azione cattolica, l'altro laico. Ieri ha depositato un esposto in procura chiedendo di sequestrare le riviste che propagandano i "Giochi di ruolo" e chiudere i relativi punti di vendita.

I giochi di ruolo

Cosa siano, questi giochi che da parecchi mesi dilagano in Italia direttamente dagli Usa, è un po' difficile da spiegare. Si basano su situazioni-limite immaginarie, da vivere immedesimandosi in ruoli che vengono assegnati ai partecipanti distribuendo le carte di mazzi particolari. L'avvocato Faraon sfoglia numeri di riviste "Excalibur", "Kaos". -, sottolinea i passi, spiega: "Ecco, c'è "Killer", bisogna trasformarsi in sicari, immedesimarsi assolutamente nel ruolo. Ti capita la carta "bestia feroce" e ti trasformi: Io ti azzanno!" ... Ti capita la carta del potere sulla mente: "Io ti faccio impazzire!". Ma non si tratta di recitazioni uno deve proprio impregnarsi dei ruolo".

Pubblicità di "Killer": "Non esiste piacere pià grande che uccidere un amico ... per gioco, naturalmente! Con Killer, il gioco dell'assassino". C'è anche, scartabella Faraon, "il gioco dell'impiccato, il gioco del mostro, il gioco della devianza mentale ... Ed altri di tipo orgiastico, o satanico". Lui, o loro, come Gris e Aris, da sei mesi stavano conducendo una ricerca via Internet, con corrispondenti statunitensi, sulle conseguenze indotte da questi giochi: "Negli Usa c'è una catena di omicidi e suicidi attribuibile alle conseguenze da "Giochi di ruolo". Aspettavamo ancora qualche dato prima di divulgare i risultati, ma visti gli eventi siamo obbligati a lanciar subito l'allarme".

"I giovani che partecipano possono in determinate situazioni arrivare a perdere il controllo di sè, a smarrire gli elementi base dell'autodifesa". Che sia successo anche nei due suicidi? Chissà. Faraon ha dalla sua la conoscenza del "gruppo di gioco" di Spinea: "Una cinquantina di ragazzi sotto i trent'anni, per lo più studenti e maschi, che hanno chiesto ed ottenuto dal comune di usare una stanza nella biblioteca comunale. 1 giochi sono proposti da riviste in edicola, le carte si comprano in una rivendita specializzata a Mestre".

Il gruppone di Spinea ha partecipato recentemente a Modena ad un "Campionato nazionale dei Giochi di ruolo", dopo aver vinto le selezioni trivenete: "Roberto, il suicida, era un 'master', uno di quelli tanto addentro da condurre il gioco. Aveva tentato di introdurlo anche fra i boy-scout, cui apparteneva, ma glielo avevano impedito".

A casa dello studente c'è solo tanto scetticismo. Che Roberto fosse appassionato dei "Giochi di ruolo" lo sapevano, e approvavano. Il papà del ragazzo, un ingegnere, li difende: "No, non ho nulla da imputare a quei giochi, col gesto finale di mio fig1io credo proprio che non abbiano nulla a che fare. Non li ritengo affatto pericolosi, anzi, purchè non siano usati maniacalmente. Non penso che siano da criminalizzare, da sequestrare... Ci sarebbe ben altro su cui puntare l'attenzione, di questi tempi".


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