GdR2: Archivio Documentale online

Sezione speciale sul caso di Spinea

La replica di un giornalista

la nostra citazione...


Il Giornale (Maurizio Acerbi)

Il gioco di ruolo, messo sotto accusa... ..., è nato, nel 1974, nell'Università di Berkeley come progetto "terapeutico".
I due rivali hanno in dotazione dei punti ferita... Chi scende per primo a zero muore.
la replica dell'autore...

Gentile sig. Maraziti,

un amico mi segnala che su Internet lei ha riportato un estratto di un mio articolo del 1996, tagliato in maniera da farmi passare per incompetente.

Non credo che questo comportamento sia corretto soprattutto nei confronti di un giornalista, conosciuto nel settore, che da anni si batte per difendere i giochi di ruolo e i videogiochi dai tanti ingiustificati attacchi di chi non li conosce a fondo. Le sarei perciò grato se vorrà modificare quel sito pubblicando, se proprio lo desidera, il mio pezzo per intero. Sarà il lettore a decidere se merita di essere classificato nella sezione "Blob".

Grazie per la collaborazione

Maurizio Acerbi

la risposta di Piermaria Maraziti:

Premetto che il pezzo si intitola "Viaggio nel mondo della fantasia che puo' trasformarsi in un incubo" (il che gia' indica poca competenza, ma proseguiamo) e accompagna (perdonami l'ignoranza del lessico giornalistico, credo si dica "spalla" vero?) un articolo che si intitola "La prossima mossa e' il suicidio. E un ragazzo si impicca nel bosco". Titoli ad effetto, atti solo ad attirare l'attenzione del lettore disattento. Armi convenzionali per un giornalista. Ma approfondiamo.

Tralascio la lettura dell'articolo di Silvestri, degno di uno psichiatra (tra l'altro - rammento per inciso che l'"avv." Faraon e' stato cacciato dall'ordine degli avvocati qualche tempo fa e che era stato lui a lanciare lo "scandalo").

Non e' esatta la citazione dell'origine del Gioco di Ruolo che mescola un fatto che e' ormai ritenuto leggenda urbana ("nato come progetto terapeutico") e una verita' ("Gary Gigax").

Segue una descrizione abbastanza corretta dei GdR - anche se dovresti vedere alcuni degli ultimi da On Stage! alle simulazioni narrative di Star Trek che trovi su http://gioco.net/ ma tant'e'. Onore al merito, comunque - sei stato molto piu' preciso di molti giornalisti (anche se quel "due rivali" "chi scende per primo a zero muore" mi fa pensare che per un attimo ti sei impicciato con magic - ma e' un peccato veniale).

La pesantissima inesattezza che fa rivalutare in negativo tutto il tuo pezzo e' il termine: "Il rischio grosso e' che l'immedesimarsi, apparentemente innocuo e' divertente, possa comportare una devianza psicologica nei giovani portando gli stessi a situazioni estreme quali il suicidio e anche l'omicidio come purtroppo e' gia' accaduto, in passato, negli Stati Uniti d'America".

Questo e' palesemente falso. Nessun processo e' giunto a tale conclusione. Statistiche hanno dimostrato addirittura il contrario, soprattutto che il tasso di suicidi fra gli appassionati di Giochi di Ruolo e' inferiore alla media. La richiesta di sequestro da parte di Faraon (NON piu' Avv.) dei Giochi di Ruolo e' stata virtualmente subito rigettata dal PM Nordio... ma mi fermo qui e lascio la parola ad altri che vorranno aggiungere dettagli, riferimenti a studi ed altro.

E se, giustamente, vuoi sapere chi sono le persone che ci leggono in copia di prego di visitare: http://gdr2.org/ e http://gdr.net/lyceum/

Termino citando un altro articolo:
<<A casa dello studente c'è solo tanto scetticismo. Che Roberto fosse appassionato dei "Giochi di Ruolo" lo sapevano, e approvavano. Il papà del ragazzo, un ingegnere, li difende: No, non ho nulla da imputare a quei giochi, col gesto finale di mio figlio credo proprio che non abbiano nulla a che fare. Non li ritengo affatto pericolosi, anzi, purché non siano usati maniacalmente. Non penso che siano da criminalizzare, da sequestrare... Ci sarebbe ben altro su cui puntare l'attenzione, di questi tempi.>>

Roberto e' il ragazzo di Spinea morto suicida per ragioni che non ha voluto condividere con noi. E' sulla sua pelle che hai scritto l'articolo e per questo ci tengo che tu ed altri giornalisti come te impariate a fare bene il vostro lavoro, semplicemente documentandovi bene.

Saluti!

Piermaria Maraziti

 

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